Il dottorato e il candidato condannato per pedofilia, ovvero quando l'eccellenza accademica diventa farsa

Nel settembre 2024 avevamo pubblicato un pezzo, dal titolo Il dottorato e il condannato, che raccontava una vicenda tanto assurda quanto inquietante, relativa a un concorso per l’ammissione a un dottorato di ricerca di interesse nazionale. I cosiddetti “dottorati nazionali” avrebbero dovuto rappresentare, nelle intenzioni del legislatore, iniziative di eccellenza: progetti pilota capaci di convogliare risorse, attrarre i migliori aspiranti ricercatori e creare poli di alta formazione competitivi a livello internazionale. La retorica ministeriale li ha a lungo descritti come il fiore all’occhiello del sistema universitario italiano.

Abbiamo ora deciso di proporne una versione in inglese, arricchita da aggiornamenti e riflessioni finali, per una semplice ragione: si tratta di una storia che, per gravità e significato, merita di essere conosciuta anche fuori dai confini italiani. In altri contesti, infatti, episodi del genere — tanto più se legati a un dottorato che, nonostante il rilevante investimento organizzativo e finanziario (a spese dei contribuenti italiani e europei), stenta a decollare, attira poche candidature, lascia numerose borse scoperte e accumula evidenti criticità nella gestione — avrebbero prodotto reazioni radicali, innescando dimissioni, inchieste interne e prese di distanza nette.

Qui invece si è assistito a un insabbiamento tanto rapido quanto ipocrita, con il risultato che l’intera vicenda è stata rubricata con disinvoltura alla voce “quisquilie amministrative”Il dottorato ha proseguito la sua rotta come se nulla fosse, senza il minimo esame di coscienza, senza alcuna riflessione critica sull’accaduto e sulle pesanti falle organizzative emerse. Nessuna assunzione di responsabilità, nessuna discussione pubblica, nessun tentativo di affrontare problemi strutturali: opacità procedurali, gestione caotica delle borse, incapacità di attrarre candidati. Un silenzio tombale che, più che tutela dell’eccellenza, somiglia a un disperato tentativo di auto-conservazione.

Il pezzo racconta una vicenda che definire imbarazzante è un eufemismo: la candidatura quasi vincente di Mirko Campoli, ex dirigente di Azione Cattolica e insegnante di religione, già noto alle cronache per gravissimi reati di pedofilia, a una borsa di dottorato con un progetto di ricerca che riprendeva la sua tesi magistrale dal titolo Caro cardo salutis (“La carne è il cardine della salvezza”!!!), tesi che era stata discussa giusto tre settimane prima della scadenza del concorso di ammissione al dottorato.

Campoli era stato condannato una prima volta nel marzo 2024 dal Tribunale di Tivoli a 9 anni di reclusione per abusi commessi fra il 2016 e il 2021, nonostante si fosse difeso parlando di “depressione” (la Procura replicò: “la depressione non si cura con la pedofilia”). A questa sentenza si è aggiunta, pochi mesi dopo, una seconda condanna nel settembre 2024, che ha portato la pena cumulativa a quasi 16 anni di carcere.

Eppure, nel frattempo, nonostante la fresca condanna, Campoli era riuscito a laurearsi presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi Roma Tre e quindi a presentarsi al cosiddetto dottorato nazionale in Studi Religiosi, c.d. DREST — con sede a Reggio Emilia e coordinato dal prof. Alberto Melloni — arrivando a un passo dall’ammissione con borsa. Un dottorato sbandierato come punta di diamante dell’eccellenza accademica, eppure già zavorrato da un imbarazzante numero di borse non assegnate e da una crescente percezione di disfunzione organizzativa.

La sequenza degli eventi ha dell’incredibile:

  • maggio 2023: arresto di Campoli e polemica tra la Procura di Tivoli e la CEI, con intervento del card. Matteo Maria Zuppi in difesa della Curia tiburtina guidata dal vescovo Mauro Parmeggiani (per combinazione, originario di Reggio Emilia come il coordinatore DREST Alberto Melloni);

  • marzo 2024: prima condanna di Campoli a 9 anni di carcere;

  • 3 luglio 2024: laurea magistrale a Roma Tre con una tesi dal titolo Caro cardo salutis (“La carne è il cardine della salvezza");

  • 26 luglio 2024: scadenza del bando del dottorato nazionale in Studi Religiosi, c.d. DREST — 40° ciclo, al quale Campoli si presenta proprio sfruttando la fresca laurea magistrale, conseguita tre settimane prima, come titolo di accesso;

  • settembre 2024: seconda condanna, che porta la pena complessiva a quasi 16 anni, in contemporanea con la pubblicazione delle graduatorie finali del dottorato.

Proprio in quelle graduatorie, le commissioni operano un rovesciamento clamoroso: Campoli, che nella fase dei titoli risultava valutato con punteggi altissimi, viene ribaltato all’orale, nonostante in entrambe le fasi il peso nettamente preponderante fosse attribuito al progetto di ricerca da lui presentato. E questo è tanto più paradossale se si considera che, da semplice neolaureato, Campoli poteva vantare ben pochi titoli scientifici: il cuore della valutazione restava comunque quel progetto, immutato tra le due prove. Una giravolta che lascia più di un interrogativo sulla coerenza e sulla trasparenza delle procedure.

E nonostante la gravità dell’episodio, il cosiddetto DREST, dottorato nazionale in Studi Religiosi — presentato dal suo coordinatore come una punta di diamante dell’eccellenza accademica ma già appesantito da un imbarazzante numero di borse non assegnate e da una diffusa impressione di caos gestionale — ha proseguito la sua rotta come se nulla fosse. In certi elevati circoli che, più che storici, potremmo definire politico-teologici, dove cattolici e valdesi riescono a incontrarsi in una rara armonia ecumenica, l’intera faccenda è stata rubricata con nonchalance alla voce “quisquilie amministrative”: al massimo, restava l’incomodo dettaglio di riassegnare una borsa, cioè di consegnare il vile denaro a qualcun altro. Così si è trasformata in una lezione vivente — anzi, in un vero e proprio, epico, seminario dottorale di Teologia delle Cattive Decisioni.

The Convict, the Doctorate and the Theology of Bad Decisions


NOTA BENE: This article tells the story of a former religion teacher and Catholic Action leader, already convicted of pedophilia and on trial for further abuse, who attempted to secure a PhD in religious studies—coming close to admission before being excluded—and who, on the same day, received a second conviction. It is the English version, with a few minor later additions, of the piece originally published in Italian on this same blog on 14 September 2025, faithfully reproducing the content, structure, and references of the original, with all links preserved. For comparison with the original version, see: https://www.cantierestoricofilologico.it/2024/09/il-dottorato-e-il-condannato.html

Background (up to 2021): Mirko Campoli was a religion teacher, vice-principal of a technical institute, educator, and leader of Catholic Action in Tivoli. On social media, there is still a video message of encouragement to the students of his school from the first COVID lockdown in March 2020.

Spring 2021: After the first serious accusations of sexual abuse against minors, Campoli resigned “for family and personal reasons” from the school and religious positions, in particular from that of president of the diocesan Catholic Action. However, as reported by several news outlets covering his case, he was also the (indeed!) national secretary of Azione Cattolica Ragazzi (ACR).

From 2021 to 2023: Campoli worked in a foster home, where he allegedly committed further abuse against minors and from which he was dismissed following the worsening of his legal situation.

May 2023: Campoli was arrested and Cardinal Matteo Maria Zuppi, Archbishop of Bologna and president of the Italian Bishops’ Conference, responded to criticism by the Tivoli Prosecutor regarding the alleged lack of cooperation by ecclesiastical circles, particularly by the curia of Tivoli led by Bishop Mauro Parmeggiani, originally from Reggio Emilia (born 1961): “We do not accept accusations of a code of silence”.

March 2024: The Tivoli court sentenced Campoli to 9 years in prison for various abuses against minors committed between 2016 and 2021. During the trial, he pleaded guilty but claimed he acted due to depression. The prosecutor replied: “Depression is not cured with pedophilia”. The Campoli case was also covered by the well-known RAI program "Chi l’ha visto?" (later, in June, also by Mediaset’s "Fuori dal Coro": journalists questioned Bishop Parmeggiani, who even seemed to downplay the 9-year sentence). Meanwhile, a second trial for another series of abuses against minors was being prepared against him.

July 2024: Campoli earned a master’s degree at the Department of Humanities of Roma Tre University, defending on 3 July 2024 a thesis titled "Caro cardo salutis" (“The flesh is the hinge of salvation,” a quote from Tertullian) reflecting on the relationship between the body and the sacraments in Christianity. Meanwhile, the Tivoli Prosecutor’s Office prepared an appeal to the Supreme Court to overturn the 9-year sentence, considering it too lenient and requesting a harsher penalty: the appeal was filed on 15 July 2024.

August 2024: The newly-graduated and freshly-convicted Campoli applied to the DREST, the national PhD in religious studies founded and coordinated by Alberto Melloni (born in Reggio Emilia in 1959). This PhD has its administrative headquarters in Reggio Emilia at the Department of Education and Human Sciences of the University of Modena and Reggio Emilia – a department of which Melloni was director (2020–2021) and is currently vice-director – and includes many other Italian universities and departments. Active since 2022, DREST offered 97 scholarships over its 38th and 39th national cycles (56 in 2022 and 41 in 2023), many funded through Italy’s PNRR funds, part of the EU’s post-pandemic recovery programme, but awarded only 66 due to a mix of few candidates, few eligible applicants, and many withdrawals, leaving 31 unassigned. For the 2024 call (40th national cycle), which closed on 26 July 2024, 30 scholarships worth €16,243/year each were offered. Thirteen of these required internships of up to 18 months at FSCIRE, where Melloni has been general secretary since 2007. Campoli passed the qualification stage with flying colors, being admitted to interviews (held online on 29–30 August 2024) in two of the six PhD areas. In one of them, he was even ranked first. However, he failed to achieve the minimum score in either interview and was thus excluded from the final ranking. In one area, had he reached the minimum score, he would have been awarded the scholarship because the number of eligible candidates was lower than the scholarships available.

September 2024: Coincidentally, on the same day the final DREST rankings were published, 11 September 2024, Campoli was sentenced to another 6 years and 10 months in the second trial for pedophilia, bringing his first-instance total to almost 16 years.

The very concrete danger avoided is reassuring. Yet it is astonishing how a former teacher, educator, and Catholic Action leader—convicted just in March for pedophilia, with another pending trial (later ending in another conviction), facing a prosecutorial appeal for a harsher sentence, presumably under house arrest in Tivoli and barred from places frequented by minors—could even imagine applying for a PhD in religious studies based in Reggio Emilia. And despite the gravity of the episode,  this so-called national PhD programme in Religion Studies—touted as a flagship of academic excellence yet already plagued by an embarrassing number of unassigned scholarships—marched on as if nothing had happened. had happened. In certain lofty politico-theological circles, where Catholic and Waldensian perspectives meet in rare ecumenical harmony, the whole affair was neatly filed under “administrative trivia,” with serene confidence that the doctorate would sail on undisturbed—save, of course, for the minor inconvenience of reallocating one scholarship, i.e., of handing the money to someone else. It was, in every sense, a living lesson —or better, a capstone doctoral seminar— in The Theology of Bad Decisions.


IN THE PHOTOS (from top to bottom): Mirko Campoli (Tivoli, 1976), former religion teacher, educator, and Catholic Action leader convicted of pedophilia; Mauro Parmeggiani (Reggio Emilia, 1961), Bishop of Tivoli; Alberto Melloni (Reggio Emilia, 1959), Professor of History of Christianity at the University of Modena and Reggio Emilia, General Secretary of FSCIRE, and DREST coordinator.

La vita irregolare di Filippo Mocenigo, figlio naturale di un doge

Filippo di Pietro Mocenigo (Venezia, sec. XV – post 1523) fu priore della Ca’ di Dio di Venezia (Hospitalis Domus Dei Venetiis) e autore di affermazioni considerate eretiche nel 1514. Era figlio naturale del doge Pietro Mocenigo (1406-1476), che lo ebbe da una schiava turca portata con sé dall’Oriente, dopo anni di campagne militari e vita lontana dalla laguna. Filippo ricoprì il ruolo di superiore dell’ospizio veneziano destinato ai pellegrini dal 1502 al 1523, un incarico di prestigio sul quale il Doge esercitava il giuspatronato esclusivo. Gli successe Alvise Gritti, figlio naturale del doge Andrea.

A Filippo di Pietro Mocenigo è dedicata la voce di Vincenzo Vozza recentemente pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneofulcro del sito Ereticopedia.

Per consultare la voce collegarsi alla pagina: https://www.ereticopedia.org/filippo-di-pietro-mocenigo

L’abiura imperfetta: Paolo Dolfin tra Ginevra, Venezia e Novara

Paolo Dolfin (Ginevra, 1593/1594 - post 1612), giovane calvinista di origine ginevrina, si convertì al cattolicesimo a Venezia nel 1612, all'età di diciotto anni. La sua vicenda è testimoniata da un'abiura formale e da una sentenza di assoluzione, conservate tra gli atti dell'Inquisizione veneziana, che lo riconciliano con la Chiesa cattolica e ne autorizzano il ritorno alla piena comunione ecclesiastica. Tuttavia, un mese dopo la sua assoluzione, Paolo venne segnalato a Novara per il possesso irregolare di una reliquia insigne, circostanza che lasciò trasparire dubbi sull'autenticità della sua conversione o, almeno, sull'affidabilità del suo comportamento.

A Paolo Dolfin è dedicata la voce di Vincenzo Vozza recentemente pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneofulcro del sito Ereticopedia.

Per consultare la voce collegarsi alla pagina: https://www.ereticopedia.org/paolo-dolfin

Oh, What a Charming Little Family!

The Firpo Twins’ Family Squabbles within UTET’s Grand History

Nota bene: This article is the English translation of the review originally published in Italian on this same blog in August 2024. All quotations in Italian from the book have been translated into English. For comparison with the original version, see: https://www.cantierestoricofilologico.it/2024/08/ma-che-bella-famigliola.html

In its own way a “revelatory” book—at the very least disconcerting—yet thus far decidedly little considered or reflected upon, despite now being three years old, Lo “zio Verde”, la Utet e altre storie di famiglia by twin brothers Alessandro and Massimo Firpo—the first a former business executive (particularly, though not exclusively, in the publishing sector: he worked for UTET itself, as well as for Garzanti, Pedrini, and Vallardi), the second a well-known historian of the early modern period, both sons of the celebrated historian Luigi Firpo, an authoritative contributor to La Stampa, member of the Board of Directors of RAI (Italy’s national public broadcasting company) from 1980 to 1987, deputy for the Italian Republican Party from 1987 until his death in 1989 at the age of seventy-four, champion bridge player, and much else besides—is anything but a banal and tender family memoir, as its title might suggest. In truth, there is nothing tender in this ferociously unforgiving reckoning by the Authors with their own family history—and in particular, though not exclusively, with their father Luigi Firpo—beside which other interesting aspects of the book recede into the background, such as the pages devoted to that genuine—and forgotten—publishing genius Carlo Verde, hired by UTET in 1922 and a leading figure there for over half a century from 1930 onwards (the year he was appointed administrator and co-managing director, later becoming general manager in 1934, chief executive officer in 1935, and also assuming the presidency in 1945; cf. p. 49), the maternal great-uncle of the Firpo twins and called “zio Verde” by them to distinguish him from another uncle with the same given name.

La Rivoluzione francese - Parte II (31/07/2025)

Giovedì 31 luglio 2025 alle ore 18:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, trasmette la seconda parte della live di approfondimento sulla Rivoluzione francese (1789-1799).

Luca Al Sabbagh dialoga con Elia Morelli.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/ZMUKG9kduAc

La Rivoluzione francese - Parte I (17/07/2025)

Giovedì 17 luglio 2025 alle ore 18:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, trasmette una live di approfondimento sulla Rivoluzione francese (1789-1799), dedicata al periodo fino al 1793. Luca Al Sabbagh dialoga con Elia Morelli.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/IPO67lNJG0k

La guerra dei Trent'anni: da Vestfalia ai Pirenei (11/07/2025)

Venerdì 11 luglio 2025 alle ore 18:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, a chiusura del ciclo di puntate dedicate alla guerra dei Trent'Anni (1618-1648), trasmette una live dedicata alle Paci di Vestfalia (1648) e ai successivi 11 anni di belligeranza tra Spagna e Francia.

Luca Al Sabbagh dialoga con Bruno Mugnai.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/IInwh2lJi-E

Andronico Nukios (Nicandro) tra cattolicesimo, ortodossia e riforma protestante

Andronico Nukios o Nicandro (Νίκανδρος Νούκιος), nacque a Corfù alla fine del XV secolo, in una famiglia agiata di farmacisti (o speziali). Dopo la distruzione dell’isola da parte degli Ottomani (1537), si trasferì a Venezia, dove risiedette per circa tredici anni, ricoprendo un ruolo di rilievo all’interno della comunità greco-ortodossa locale. Segretario e lettore ecclesiastico della Confraternita di San Giorgio dei Greci, fu coinvolto nei contrasti interni tra filo-ortodossi e filocattolici (detti uniati), contribuendo alla difesa dei privilegi liturgici e giurisdizionali tradizionalmente riconosciuti alla comunità greca, che furono rimessi in discussione con la bolla papale del 1542 e ripristinati grazie a un nuovo provvedimento del 1549, al quale Nukios contribuì anche come emissario a Roma. A Venezia si dedicò attivamente all’attività editoriale in lingua greca: pubblicò, tra l’altro, l’Apostolo (1542) e il Typikon di san Sabba (1545), fondamentali per la prassi liturgica ortodossa, e curò l’edizione in volgare greco delle Favole di Esopo (1543), opera fortemente popolare, che testimonia la sua versatilità e il suo impegno culturale anche al di fuori dell’ambito ecclesiastico.

Ad Andronico Nukios (Nicandro) è dedicata la voce di Vincenzo Vozza recentemente pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneofulcro del sito Ereticopedia.

Per consultare la voce collegarsi alla pagina: https://www.ereticopedia.org/andronico-nukios

Pietro Speziale (1478-1554), maestro, umanista ed eretico

Pietro Speziale (noto anche come Pietro Cittadella, il Cittadella o col nome umanistico di Petrus Italicus), nato a Cittadella (Padova) nel 1478 e morto nella stessa località nel 1554, fu maestro di grammatica, umanista e intellettuale eterodosso attivo nell’area veneta tra la fine del Quattrocento e la metà del Cinquecento. Figura liminare tra Umanesimo e Riforma, autore di numerosi scritti pedagogici, filosofici e teologici, alcuni dei quali gli valsero l’accusa di eresia, fu processato e imprigionato per lunghi anni dall’Inquisizione veneziana.

A Pietro Speziale è dedicata la voce di Vincenzo Vozza recentemente pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneofulcro del sito Ereticopedia.

Per consultare la voce, collegarsi alla pagina https://www.ereticopedia.org/pietro-speziale