Le guerre franco-indiane (28/09/2024)

Sabato 28 settembre 2024 alle ore 16:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, dedica una live al tema delle guerre franco-indiane.

Luca Al Sabbagh dialoga con Michele Angelini.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/KhCyFdxcePI

Il dottorato e il condannato

Antefatto (fino al 2021): Mirko Campoli è insegnante di religione, vicepreside di Istituto Tecnico, educatore, dirigente dell’Azione Cattolica a Tivoli. Sui social si trova ancora un suo video-messaggio di conforto agli studenti del suo istituto ai tempi del primo lockdown CoVid del marzo 2020.

Primavera 2021: Dopo le prime pesanti accuse di abusi sessuali ai danni di minori, Campoli si dimette "per motivi familiari e personali" dalla scuola e dagli incarichi religiosi, in particolare da quello di presidente dell'Azione Cattolica diocesana. Ma Campoli, come riportato da più testate giornalistiche che si sono occupate del suo caso, era anche (addirittura!) segretario nazionale dell'Azione Cattolica Ragazzi (ACR).

Dal 2021 al 2023: Campoli lavora in una casa-famiglia, dove perpetrerebbe altri abusi su minori e da cui viene licenziato anche a seguito del peggioramento della sua situazione giudiziaria.

Maggio 2023: Campoli è arrestato e il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, replica alle critiche formulate dal Procuratore di Tivoli contro l’atteggiamento poco collaborativo che sarebbe stato tenuto verso gli inquirenti da parte degli ambienti ecclesiastici e in particolare da parte della curia di Tivoli, guidata dal vescovo Mauro Parmeggiani, originario di Reggio Emilia (dove è nato nel 1961): «Non accettiamo accuse di atteggiamenti omertosi».

Marzo 2024: Il Tribunale di Tivoli condanna Campoli a 9 anni di reclusione per vari abusi su minori commessi tra 2016 e 2021. Nel corso del processo lui si dichiara colpevole ma dice di averlo fatto perché depresso. Il PM replica: "La depressione non si cura con la pedofilia". Del caso Campoli si occupa anche la nota trasmissione RAI "Chi l'ha visto?" (più tardi, a giugno, se ne occuperà anche la trasmissione Mediaset "Fuori dal Coro": i giornalisti interrogano il vescovo Parmeggiani, il quale sembra tra l'altro minimizzare sulla condanna a 9 anni). Nel frattempo si sta per aprire contro di lui anche un secondo processo vertente su altro filone di abusi contro minori.

Luglio 2024: Campoli consegue la laurea magistrale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Roma Tre, discutendo il 3 luglio 2024 una tesi che a partire dal titolo "Caro cardo salutis" ("La carne è il cardine della salvezza", citazione da Tertulliano) riflette sul rapporto tra il corpo e i sacramenti nel cristianesimo. Un tema davvero singolare per un pedofilo reo confesso! Nel mentre che Campoli pensa a laurearsi, la Procura di Tivoli prepara il ricorso in Cassazione per la riforma della condanna a 9 anni comminata contro di lui nel processo conclusosi a marzo, ritenendo tale pena non sufficientemente severa e chiedendone una più aspra: il ricorso è depositato il 15 luglio 2024.

Agosto 2024: Il neolaureato e fresco condannato Campoli partecipa al concorso bandito dal DREST, il dottorato di interesse nazionale in studi religiosi fondato e coordinato da Alberto Melloni (nato a Reggio Emilia nel 1959). Questo dottorato nazionale ha sede amministrativa a Reggio Emilia presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia –  Dipartimento di cui lo stesso Melloni è stato di recente direttore (2020-2021) ed è attualmente vice-direttore – e vede come sedi consorziate molti altri Atenei e Dipartimenti universitari italiani. Il DREST è attivo dal 2022 e ha bandito per il 38° e per il 39° ciclo nazionale ben 97 borse di studio (56 nel 2022 e 41 nel 2023), una buona parte delle quali finanziate su fondi PNRR, attribuendone tuttavia “solo” 66: per un effetto combinato tra pochi candidati, pochi idonei in rapporto alle borse offerte e non poche rinunce tra questi ultimi, ben 31 borse, una su tre, non sono state attribuite. Per il bando del 2024 (40° ciclo nazionale), con scadenza al 26 luglio 2024, sono messe a concorso 30 borse dall'importo "standard" di 16.243 euro/annui ciascuna. 13 di queste prevedono stage obbligatori della durata fino a 18 mesi presso FSCIRE, la nota fondazione per le scienze religiose di cui sempre il professore reggiano Melloni è segretario generale dal 2007 (va precisato che non tutte le borse bandite prevedono questi stage obbligatori, in genere li prevedono solo quelle su fondi PNRR: nell’ambito del bando del 2024 le borse che prevedono gli stage sono 18 su 30). Campoli è giudicato da due commissioni diverse e supera brillantemente la fase della valutazione dei titoli, venendo ammesso ai colloqui (previsti, come da bando, il 29 e 30 agosto 2024, in modalità telematica) in due ambiti diversi del dottorato, che è suddiviso in sei ambiti, per ciascuno dei quali è previsto, di fatto, un concorso separato. In uno di questi due ambiti è addirittura (e di gran lunga) primo in graduatoria! Ovviamente la cosa non passa del tutto inosservata (neppure tra gli altri candidati al concorso). Ai sensi del bando, sia nell’ambito della valutazione titoli sia nell’ambito della valutazione del colloquio, il progetto di ricerca presentato dal candidato ha un peso nettamente preponderante. La candidatura di Campoli è dunque a questo punto instradata su un binario molto promettente. L’esito del colloquio si rivela tuttavia deludente per il condannato per pedofilia: non consegue il punteggio minimo per superarlo in nessuno dei due ambiti in cui è in pole position ed è quindi collocato fuori graduatoria. In uno dei due ambiti, dove Campoli è rimasto poco sotto la soglia del punteggio minimo per superare il colloquio, la semplice idoneità sarebbe stata sufficiente a ottenere la borsa di dottorato, in quanto il numero degli idonei è risultato alla fine inferiore al numero delle borse messe a concorso.

Settembre 2024: Per combinazione, proprio nello stesso giorno in cui sono rese pubbliche le graduatorie definitive del dottorato DREST, l'11 settembre 2024, esce anche la sentenza del secondo processo per pedofilia: Campoli è condannato ad altri 6 anni e 10 mesi. Cumulativamente, la condanna inflitta in primo grado ammonta quindi a quasi 16 anni di reclusione!

Il concretissimo pericolo scampato non può che confortare. Certamente meraviglia come un ex docente di scuola, educatore e dirigente dell’Azione Cattolica condannato giusto a marzo scorso per pedofilia, con altro processo pendente sempre per gli stessi reati (poi conclusosi, come abbiamo visto, con un'altra condanna), con un ricorso in Cassazione da parte della Procura di Tivoli per la riforma di una prima condanna ritenuta insoddisfacente e che si trova presumibilmente agli arresti domiciliari a Tivoli, con tanto di interdizione dal frequentare luoghi dove possono trovarsi minori, possa pensare di candidarsi a un dottorato in studi religiosi basato a Reggio Emilia. E un dubbio sorge spontaneo: il bando di concorso lo avrà trovato da solo o gli sarà stato segnalato?

IN FOTO (nell'ordine dall'alto in basso): Mirko Campoli (Tivoli, 1976), ex docente di religione, educatore e dirigente dell'Azione Cattolica condannato per pedofilia; Mauro Parmeggiani (Reggio Emilia, 1961), vescovo di Tivoli; Alberto Melloni (Reggio Emilia, 1959), docente di Storia del Cristianesimo presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, segretario generale FSCIRE e coordinatore DREST.

Il savonaroliano fra Benedetto da Foiano tra politica e religione

Fra Benedetto da Foiano, al secolo Benedetto Tiezzi, è stato un frate domenicano che operò nel convento di Santa Maria Novella a Firenze, in momenti discontinui, tra il 1500 e il 1530. Si distinse per il suo impegno religioso e politico che fu però in contrasto con l’ordine mediceo e papale dell’epoca, in quanto forte simpatizzante delle idee professate da Girolamo Savonarola.

A questo personaggio è dedicata una voce redatta da Irene Bagliolid recentemente pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneofulcro del sito Ereticopedia.

Per consultare la voce collegarsi alla pagina: https://www.ereticopedia.org/benedetto-tiezzi

"Le parole della guerra" con Capitini e Campochiari (Firenze, 11/09/2024)

Mercoledì 11 settembre, alle ore 18:00, a Firenze, presso il Caffè Letterario Le Murate si svolgerà la presentazione e discussione del libro di Paolo Capitini e Mirko Campochiari, Le parole della guerra (Parabellum Edizioni, 2024), con il patrocinio della nostra Associazione CLORI, nel quadro delle attività del canale Parresia e in collaborazione con il canale Italian Military Archives.

Gli Autori: 

Paolo Capitini, generale di brigata in riserva dell'Esercito, già in servizio presso il Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma e presso il Corpo di Reazione Rapida della NATO a Lille, nonché operativo in varie missioni militari internazionali (Somalia, Bosnia, Kosovo, Ciad e Repubblica Centrafricana, Haiti e Libia), è autorevole esperto di studi strategici e storia militare.

Mirko Campochiari è analista e storico militare, molto noto al grande pubblico in quanto fondatore e gestore del canale Youtube di successo Parabellum e dell'omonimo sito e think thank

I Capi di Stato Maggiore del Littorio: Messe (07/09/2024)

Sabato 7 settembre 2024 alle ore 16:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, nell'ambito del suo ciclo di puntate dedicate ai Capi di Stato Maggiore del Littorio, dedica una live alla figura di Giovanni Messe.

Luca Al Sabbagh dialoga con Giovanni Cecini.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/t4d2XULKBaI

Dizionario biografico dei briganti di Terra di Lavoro in età napoleonica

Sul portale "Storia della Campania" è stato attivato uno spazio dedicato alla costruzione del Dizionario biografico dei briganti di Terra di Lavoro in età napoleonica

Il Dizionario (acronimo DBBTL), a cura di Armando Pepe, si prefigge l'obiettivo di raccogliere per la prima volta le biografie dei capi-briganti e dei gregari delle comitive note e meno note di Terra di Lavoro durante l'età napoleonica, il cosiddetto "Decennio francese", e poco oltre. I termini cronologici pertanto vanno dal 1806 al 1825, appena dopo la seconda Restaurazione borbonica sul trono di Napoli. Considerando complessivamente, da un punto di vista quantitativo, il cospicuo numero dei briganti biografati, ne emergono risultati e inferenze di particolare efficacia, come la loro età media e i crimini commessi, secondo una scala di criminalità progressiva, che rendono l'effettiva portata del fenomeno delinquenziale. Si possono, ugualmente, ricostruire le reti parentali e di connivenza, tra gli stessi briganti e i loro consanguinei e manuntengoli, in modo tale da far comprendere chiaramente quali siano stati i luoghi di maggiore e/o minore presenza malavitosa. I briganti percorrevano in lungo e in largo la provincia, commettendo reati ovunque, ma i loro luoghi di provenienza, geograficamente ben delimitabili, costituivano del pari altrettanti luoghi di rifugio, dove sentirsi al riparo dalle frequenti perquisizioni delle forze dell'ordine. Si possono dunque tracciare su di un'ipotetica carta geografica le zone in cui maggiore era la densità criminale, come la fascia costiera nei dintorni di Itri, Gaeta e paesi limitrofi, la valle del Garigliano, specialmente tra Castelforte e il villaggio di Suio, la via Appia in prossimità di Capua, la catena delle Mainarde, i monti del Matese e il Nolano. Non che gli altri luoghi fossero completamente immuni dal brigantaggio, che comunque era pervasivo, ma le zone menzionate pocanzi ne soffrivano in maniera accentuata. La delinquenza, come in tutte le società rurali d'antico regime, si configurava come un fatto endemico e acclarato, e i briganti, con le proprie peculiarità, si inserivano nei vuoti di potere, soprattutto per commettere reati a proprio vantaggio, segnatamente economico. Leggendo le biografie dei briganti si percepisce un generale clima di violenza diffusa, di persone non mosse da nobili ideali ma che nell'instabilità, e nella precarietà, trovavano il proprio territorio d'azione ideale.

Per consultare il Dizionario biografico dei briganti di Terra di Lavoro in età napoleonica:

https://www.storiadellacampania.it/dbbtl:start

Ma che bella famigliola!

Le piccole beghe familiari dei Firpo nella grande storia della Utet

A suo modo "libro-rivelazione" e a dir poco sconcertante, pur sin qui decisamente poco considerato e riflettuto, nonostante sia ormai vecchio di due anni, Lo “zio verde”, la Utet e altre storie di famiglia dei gemelli Alessandro e Massimo Firpo, il primo ex dirigente d’azienda (in particolare, ma non solo, nel settore editoriale: è stato alle dipendenze della stessa Utet, nonché di Garzanti, Pedrini e Vallardi), il secondo ben noto storico dell'età moderna, figli del celebre storico Luigi Firpo, autorevole penna de "La Stampa", membro del consiglio d'amministrazione della RAI dal 1980 al 1987, deputato del PRI dal 1987 al 1989 (anno in cui morì all'età di 74 anni), campione di bridge e molto altro ancora, è tutto tranne che un banale e tenero libro di memorie familiari, come suggerirebbe il titolo. A dire il vero di tenero non vi è nulla in questa ferocissima resa dei conti degli Autori con la propria storia familiare – e in particolare, ma non solo, con il padre Luigi Firpo –, rispetto alla quale passano in secondo piano altri aspetti interessanti del libro, come le pagine dedicate a quell'autentico – e dimenticato – genio dell'editoria che fu Carlo Verde, assunto in Utet nel 1922 e figura apicale della stessa per oltre un cinquantennio a partire dal 1930 (anno in cui fu designato amministratore e condirettore generale per poi diventare direttore generale nel 1934, amministratore delegato nel 1935, assumendo anche la carica di presidente nel 1945; cfr. p. 49), prozio materno dei gemelli Firpo e da loro chiamato lo "zio Verde” per distinguerlo da un altro zio con lo stesso nome di battesimo.
Il libro, rapidamente esauritosi e non più in commercio, non tanto perché andato a ruba ma perché presumibilmente stampato in una tiratura “ridotta” da parte dell’editore Nino Aragno, versatile imprenditore piemontese, le cui meritorie attività editoriali non rappresentano certo il core del suo business, ma straordinariamente e irritualmente magnificato e ringraziato dagli Autori nell’explicit della Premessa come fosse un novello Carlo Verde (“il cui spirito di iniziativa e coraggio imprenditoriale, passione per la cultura e fastidio per la boria dei dotti, cordiale affabilità e gusto dell’ironia – scrivono i gemelli Firpo a p. XIV proprio a proposito di Nino Aragno – ci hanno sempre ricordato quelli di Carlo Verde, inducendoci infine ad accettare di percorrere questo periglioso sentiero”), appare ben più complesso rispetto all’immagine edulcorata fornita dalla banale recensione giornalistica di Nicola Gallino apparsa su “La Repubblica - Torino” del 24/07/2023 (Lo zio Verde, ideatore di Utet, che non ha neanche una voce su Wikipedia). Gallino, che accosta il libro un po’ a Vestivamo alla marinara di Susanna Agnelli, un po’ ai Buddenbrook di Thomas Mann (!), definisce la demolizione morale e intellettuale di Luigi Firpo messa in atto da parte dai figli Alessandro e Massimo “un’uccisione edipica ma senza astio”. Ma il libro, se letto e riflettuto approfonditamente, appare ben altra e più complessa cosa. Esso, innanzi tutto, è una sorta di Zibaldone, dove le ampie digressioni sulla storia della Utet, grandissimo patrimonio culturale di questo Paese, purtroppo disgraziatamente dispersosi come noto, dalla fondazione da parte di Giovanni Pomba nel 1791 fino alla gestione di Carlo Verde, che si identifica con il periodo di massimo splendore dell’Azienda, e oltre, attraversando il successivo lento declino sotto la presidenza di Gianni Merlini per giungere al tracollo finale, con tanto di approfondite analisi dei bilanci, delle strategie di mercato e delle reti di vendita, si alternano ad aneddoti curiosi, talora ma non sempre divertenti, e resoconti dettagliati, non di rado truci e sconfortanti, di storia familiare.

Benvenuta Benincasa, processata per stregoneria a Modena nel 1370

Benvenuta Benincasa è stata una guaritrice processata per stregoneria dall'Inquisizione di Modena nel 1370.

Al suo significativo caso è dedicata una voce redatta da Grazia Biondi recentemente pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneofulcro del sito Ereticopedia:

https://www.ereticopedia.org/benvenuta-benincasa

Le guerre del Re Sole (26/07/2024)

Venerdì 26 luglio 2024 alle ore 18:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, dedica una live alle guerre condotte da Luigi XIV, il Re Sole, a cavallo tra XVII e XVIII secolo.

Luca Al Sabbagh dialoga con Bruno Mugnai.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/fQ8Mr-x_jL4

Le scoperte geografiche tra XV e XVI secolo (19/07/2024)

Venerdì 19 luglio 2024 alle ore 18:00 Parresia, piattaforma digitale dell'Associazione CLORI e del suo network Cantiere Storico Filologico, dedica una live alle scoperte geografiche tra XV e XVI secolo.

Luca Al Sabbagh dialoga con Elia Morelli.

LINK DIRETTO ALLA LIVE: https://www.youtube.com/live/epfL_kygeu0