di Armando Pepe
«Catholique et antisémite. Le réseau de Mgr Benigni, 1918-1934» ha per titolo il recente libro di Nina Valbousquet, attualmente «professeure agrégée d’histoire et membre de l’École française de Rome». È un libro incentrato prevalentemente sull’attivismo profuso da monsignor Umberto Benigni nel contrasto ideologico in opposizione alle presunte mire della rete ebraica internazionale. Non si prendono volutamente in considerazione anche gli altri aspetti, che pure furono non secondari in una personalità tanto complessa quanto degna di essere più attentamente studiata. Monsignor Benigni, perugino di nascita, svolse sostanzialmente la propria vita a Roma, studiando e insegnando nel Seminario Romano maggiore storia della Chiesa, essendo un tenace e pugnace giornalista, un integralista cattolico, impegnato in una lotta pervicace contro i complotti che-secondo lui- minacciavano la cristianità. Fu capace di intessere una rete mondiale, prendendo notizie ovunque e le più disparate, per fronteggiare gli occulti nemici. La posizione ideologica di monsignor Benigni sugli ebrei non fu affatto di sostegno ai tragici avvenimenti occorsi durante la Seconda guerra mondiale, anzi nei propri scritti (come in “Storia sociale della Chiesa”) furono più volte deplorati come barbarici i vari pogrom antiebraici del passato. Infine, il suo “antisemitismo” (rectius: antigiudaismo) non poggiò tanto o solo sulla questione finanziaria ma su di una questione religiosa. Il ruolo politico-economico del giudaismo fu, per lui, solo una conseguenza di quello religioso e anticristiano. Tuttavia, la visione di monsignor Benigni non fu mai unidirezionale, bensì pluridirezionale, data la vastità degli interessi. I suoi bersagli principali furono non solo gli ebrei, ma anche i gesuiti, i cattolici progressisti, i maghi e gli eterodossi in genere. Presenza troppo ingombrante, non fu nelle grazie del Segretario di Stato, il cardinale Gasparri, e nemmeno del papa Pio XI. Un cospicuo fondo di carte, che appartennero a monsignor Benigni, si trova presso l’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri (ASMAE) e rappresenta una fonte ampia e rilevante degli umori respirati e delle notizie ventilate intorno ai molteplici luoghi e/o personaggi accuratamente osservati.
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