di Daniele Santarelli
Che cos’è e
si può raggiungere la verità o almeno una parvenza di essa? Si può vivere la
propria vita in modo degno e autentico o è inevitabile farsi travolgere dagli
eventi, fino a doversi rassegnare a subirli passivamente? Meglio accontentarsi ed adattarsi cinicamente al gioco, cercando di ricavare da ogni mutamento e
stravolgimento, anche repentino e inaspettato, il meglio per se stessi e per i
propri interessi, non curandosi della dignità, dei vincoli di amicizia, degli
affetti, oppure resistere e andare fino in fondo nella ricerca della verità, assumendo il rischio di pagare un prezzo durissimo? Sono interrogativi che,
sulla scorta di dinamiche molto attuali, ci si pone inevitabilmente nel corso e
alla fine della lettura del romanzo di Giambattista Scirè, Il virus della paura, fresco di stampa per i tipi di Santelli Editore. Valente storico
contemporaneista, ingiustamente estromesso dai ruoli universitari, anche in
conseguenza di una agghiacciante vicenda concorsuale e giudiziaria, conclusasi (per ora) con
la condanna penale dei membri della commissione che gli negò un posto di
ricercatore, preferendogli una persona sprovvista – al momento del concorso –
di titoli pertinenti e perfino di un dottorato, Scirè riesce, con questa sua
opera d’esordio come romanziere, a coinvolgere intensamente e drammaticamente il lettore,
grazie alla trama inquietante e avvincente, e (aggiungiamo) lo manda pure abbastanza in crisi. Seguiamo così con curiosità e apprensione le disavventure di
Paolo, il protagonista, un ex storico che con l’amico Roberto, avvocato, porta avanti un’azienda di consulenza legale. Con lo scoppio improvviso di una
pandemia devastante che piega l’Italia (e le libertà costituzionali dei suoi
cittadini), creando il terreno fertile per un colpo di stato, Paolo perde il
lavoro e vede vacillare tutti i suoi punti fermi, conquistati a fatica.
L’azienda chiude, gli amici ormai fraterni Paolo e Roberto si congedano, Paolo
viene lasciato dalla fidanzata e per di più risulta positivo al tampone. Smarrito in una Roma semideserta e suggestiva e desideroso di capire di più della vicenda che ha sconvolto la sua vita, come
quella dell’intero Paese, Paolo intraprende, con l’aiuto dello scaltro amico
Lorenzo, conosciuto da poco ma col quale l’affiatamento è grande, un’indagine
alla ricerca della verità che, tra virologi morti, inseguimenti e colpi di
scena, ci trascina nell’imprevedibile e nell’inenarrabile. Un romanzo (solo un romanzo?)
da leggere tutto d’un fiato, che cattura il lettore fino all’epilogo per nulla
scontato. Un romanzo che lascia con l’amaro in bocca, che fa riflettere, smonta
certezze, sconforta e, per così dire, “denuda” drammaticamente il lettore
stesso, ponendolo di fronte alla propria fragilità umana ed esistenziale, ma suscitandogli al contempo desiderio di riscatto e di giustizia.
Giambattista Scirè, Il virus della paura, Santelli Editore, Cosenza 2020, 118 pp.
Per maggiori informazioni sul libro: https://www.santellieditore.it/product/il-virus-della-paura
Per consultare il blog del libro: http://www.ilvirusdellapaura.it/blog
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Per consultare il blog del libro: http://www.ilvirusdellapaura.it/blog
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