Ferite dell'anima e ferite del corpo: la medicalizzazione della confessione in età moderna

"Quaderni eretici" è una rivista on line ed open access, con periodicità annuale, che costituisce sin dal 2013 parte integrante del progetto Ereticopedia. La rivista ambisce prioritariamente a divenire un punto di incontro e di discussione per giovani studiosi, offrendo loro uno spazio per far conoscere i risultati delle loro ricerche, all'insegna dell'interdisciplinarietà e dell'attenzione verso i benefici che un'applicazione intelligente delle nuove tecnologie può dare alle scienze umane e sociali.
Attualmente è in preparazione il numero 8/2020. Le proposte per gli articoli saranno accettate e valutate entro il 31 ottobre 2020 e quelle per le recensioni entro il 30 novembre 2020; la sezione articoli sarà messa on line entro il 31 gennaio 2021; la sezione che comprende le recensioni entro il 15 febbraio 2021; l'intera annata entro il 28 febbraio 2021. Gli articoli e contributi già pronti per la pubblicazione possono essere resi disponibili alla consultazione sul sito della rivista prima dei termini sopra indicati, fermo restando che la struttura definitiva del n° 8/2020 sarà assemblata secondo quanto previsto.

Come anteprima del numero è già disponibile on line l'articolo di Domizia Weber, Ferite dell'anima e ferite del corpo. La medicalizzazione della confessione in età moderna. Il contributo convoglia varie riflessioni nate in seguito alla pubblicazione di recenti studi sul legame tra medicina e religione. L’articolo rivolge l’attenzione al nesso tra la figura del medico e quella del confessore in età moderna soffermandosi sul tema della contiguità tra salute dell’anima e salute del corpo. Nel mettere in luce il processo culturale di medicalizzazione della confessione, il saggio sottolinea la particolare importanza attribuita sia dai religiosi sia dai medici all’ascolto dei sofferenti in totale segretezza e discrezione. La letteratura in merito destinata ai confessori e agli operatori sanitari ribadiva infatti la necessità di lenire le ferite dell’anima e le ferite del corpo adottando un atteggiamento conciliante e comprensivo con i penitenti e i pazienti che si rivolgevano loro non solo per confidare i propri turbamenti ma anche per trovare semplice conforto. In questo modo, tra le due figure si profilò quasi una saldatura in virtù delle similitudini e del segreto professionale che ne caratterizzavano l’operato.

Per consultare l'articolo collegarsi alla pagina:
http://www.ereticopedia.org/rivista

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