Allievo di Andrea del Sarto e suo collaboratore, il Rosso è conosciuto come uno dei principali artisti che diedero impulso al primo manierismo fiorentino e, con il Pontormo, ne rappresenta l'esito più alto.
La sua pittura del periodo italiano è ricca di elementi iconografici che discendono da scelte originali, eversive e anticlericali, attingendo al filone dell'arte devozionale e popolare tutta toscana, e guardando, in un secondo tempo, sia al classicismo raffaellesco che all'opera michelangiolesca, stravolgendone i principi, soprattutto nel periodo francese, per elaborare un nuovo linguaggio figurativo che avrebbe offerto spunti estetici decisivi per il secondo manierismo e il futuro barocco.
Lo straordinario ed eclettico linguaggio artistico del Rosso rispecchia il suo spirito indipendente e polemico, denunciando una incisiva personalità alla continua ricerca di innovative soluzioni iconografiche, cromatiche e compositive, e sempre all'insegna di una spregiudicata libertà pronta ad attingere a un vocabolario figurativo capace di operare una sintesi estrema delle fonti e la commistione degli ambiti iconografici tradizionali tesi solitamente a separare i santi dai peccatori, i demoni dagli angeli, l'aristocrazia dal popolo, Cristo dall'uomo comune, arrivando ad esprimere, non senza suscitare talvolta una certa ripugnanza nei committenti, come il sacro e il demoniaco possano convivere oltre che nello stesso contesto anche nella stessa carne, in una insolita alchimia degli elementi.
Al Rosso Fiorentino è dedicata la voce di Gianna Pinotti, pubblicata nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, fulcro del sito Ereticopedia.
Per consultarla collegarsi alla pagina: www.ereticopedia.org/rosso-fiorentino
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