Nella deposizione rilasciata al Santo Ufficio, la giovane disse che approfittava della notte magica di S. Giovanni (23-24 giugno) per lasciare alla rugiada delle foglie di fico, verificandone lo stato al mattino. Nel caso una, o più, di queste fosse stata ritrovata avvizzita «significasse la morte di colui per cui era stata messa».La voce, redatta da Mauro Fasan, è consultabile alla pagina:
Continuò raccontando che la stessa notte aveva “tamisato” (setacciato) la cenere su richiesta di una giovane ragazza nubile, la quale la mattina seguente vide «sogni espressi nella detta cenere dell’arte et professione particolare che havrebbe fatto colui che doveva essere suo marito». Per poter far ciò, utilizzò il “tamiso”, ossia un setaccio con struttura esterna circolare in legno. Un semplice strumento di uso quotidiano, molto diffuso per i sortilegi legati alla divinazione.
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