Bertrando del Poggetto (1280 ca.–1352), cardinale, signore di Bologna e "inquisitore di Dante"

Bertrando del Poggetto (Bertrand du Pouget) è noto presso il grande pubblico per essere stato inserito da Umberto Eco nel romanzo Il nome della rosa (1980). Due anni dopo a teatro Dario Fo riprese la figura del personaggio storico, legato all’assedio della Rocca di Galliera da parte dei bolognesi, nel monologo Fabulazzo osceno. La ricezione dell’episodio leggendario nella cultura popolare bolognese ha prodotto una ballata a cura di Fausto Carpani, La rocca merdata, dalle chiare venature giullaresche.
Cardinale (dal 1316) e legato pontificio, Bertrando negli anni 1327-34, passati a Bologna, fu un dominus illuminato e mecenatesco, attirando i dottori nello Studium in materia de utroque iure – per il diritto canonico importante fu l’attività del giurista Giovanni d’Andrea, che gli dedicò una delle sue Novellae in decretalibus. Inoltre il Poggetto fece arrivare dalla Curia nationes di studenti borsisti per apprendere dai magistri artium universitari e per gli studi di teologia presso il convento generale degli eremiti di S. Agostino. Infine promosse la redazione di un nuovo statuto del comune, che fu pubblicato in latino dopo la sua cacciata nell'anno 1335. La sua biblioteca, ora dispersa, passò in parte nelle mani dei pronipoti, prima di essere restituita al convento delle clarisse di St. Marcel.

Bertrando fu, per così dire, l'«inquisitore di Dante», facendo bruciare – o almeno «proibito fu che studiare alcun nol dovesse» – le copie manoscritte del trattato della Monarchia.

Nel Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, fulcro del sito Ereticopedia, è stata pubblicata la voce dedicata a Bertrando del Poggetto, redatta da Rossano De Laurentiis. Per consultarla, collegarsi alla pagina

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